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Microsoft rileva Dell per 24,2 miliardi insieme al fondatore e a Silver Lake
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Microsoft rileva Dell per 24,2 miliardi insieme al fondatore e a Silver Lake
Si tratta della più grande acquisizione dal 2007, prima dello scoppio della crisi mondiale. Agli azionisti andranno 13,65 dollari per azione. Quando si quotò nel 1988 la terza società al mondo nella produzione di computer raccolse in Ipo 30 milioni di dollari

Dell dice addio alla Borsa e dice sì a un'offerta di Microsoft, Michael Dell e Silver Lake da 24,4 miliardi di dollari: la più grande acquisizione dal 2007, quando Tpg e Goldman Sachs rilevarono Alltell per 25 miliardi, pochi mesi prima dello scoppio della peggior recessione dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Agli azionisti andaranno 13,65 dollari per azione contro gli 11 della quotazioni di Borsa, prima che iniziassero a girare le voci della possibile acquisizione: un prezzo comunque inferiore alle valutazioni di cinque anni fa, quando Dell valeva quasi 40 dollari. Conclusa l'acquisizione - entro il secondo trimestre fiscale 2014 - Dell lascerà il Nasdaq dopo 25 anni di scambi iniziati con un'Ipo da 30 milioni nel 1988. Un risultato notevole per una società nata nel 1984 nel dormitorio dell'Università del Texas con mille dollari. Adesso, 29 anni dopo, agli azionisti del terzo produttore mondiale di computer andranno 24,4 miliardi di dollari tra azioni e contanti. Microsoft finanzierà l'operazione a debito con due miliari, mentre dagli altri due soci arriveranno titoli e contanti.
Alla guida del gruppo resterà il fondatore Michael Dell che detiene il 16% del capitale. La decisione di lasciare la Borsa riflette quindi le difficoltà del momento: lo scorso anno le vendite di Pc sono calate del 3,5% schiacciate dalla pressione di tablet e smartphone. Un calo che ha messo in difficoltà anche Microsoft, di cui Dell era uno dei principali clienti, con la riduzione delle vendite del suo sistema operativo Windows. Ora la società di software di Redmond spera di rilanciarne le vendite intervenendo direttamente sulla parte hardware.
Nelle intenzioni dei nuovi azionisti l'addio alla Borsa servirà soprattutto per procedere a una pesante ristrutturazione del gruppo senza dover affrontare il giudizio e gli umori degli investitori ogni tre mesi con conti trimestrali. Anche perché la sfida non è certo semplice: per difendere margini e profitti il gruppo sta cercando di entrare nella nicchia della consulenza informatica e della realizzazione di software. Un processo che l'ingresso di Microsoft nel capitale potrebbe accelerare.

Dell dice addio alla Borsa e dice sì a un'offerta di Microsoft, Michael Dell e Silver Lake da 24,4 miliardi di dollari: la più grande acquisizione dal 2007, quando Tpg e Goldman Sachs rilevarono Alltell per 25 miliardi, pochi mesi prima dello scoppio della peggior recessione dalla fine della Seconda guerra mondiale.
Agli azionisti andaranno 13,65 dollari per azione contro gli 11 della quotazioni di Borsa, prima che iniziassero a girare le voci della possibile acquisizione: un prezzo comunque inferiore alle valutazioni di cinque anni fa, quando Dell valeva quasi 40 dollari. Conclusa l'acquisizione - entro il secondo trimestre fiscale 2014 - Dell lascerà il Nasdaq dopo 25 anni di scambi iniziati con un'Ipo da 30 milioni nel 1988. Un risultato notevole per una società nata nel 1984 nel dormitorio dell'Università del Texas con mille dollari. Adesso, 29 anni dopo, agli azionisti del terzo produttore mondiale di computer andranno 24,4 miliardi di dollari tra azioni e contanti. Microsoft finanzierà l'operazione a debito con due miliari, mentre dagli altri due soci arriveranno titoli e contanti.
Alla guida del gruppo resterà il fondatore Michael Dell che detiene il 16% del capitale. La decisione di lasciare la Borsa riflette quindi le difficoltà del momento: lo scorso anno le vendite di Pc sono calate del 3,5% schiacciate dalla pressione di tablet e smartphone. Un calo che ha messo in difficoltà anche Microsoft, di cui Dell era uno dei principali clienti, con la riduzione delle vendite del suo sistema operativo Windows. Ora la società di software di Redmond spera di rilanciarne le vendite intervenendo direttamente sulla parte hardware.
Nelle intenzioni dei nuovi azionisti l'addio alla Borsa servirà soprattutto per procedere a una pesante ristrutturazione del gruppo senza dover affrontare il giudizio e gli umori degli investitori ogni tre mesi con conti trimestrali. Anche perché la sfida non è certo semplice: per difendere margini e profitti il gruppo sta cercando di entrare nella nicchia della consulenza informatica e della realizzazione di software. Un processo che l'ingresso di Microsoft nel capitale potrebbe accelerare.


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